I turisti sono disposti a mentire o a minacciare di pubblicare una review negativa online in cambio di buoni sconto o upgrade. Il settore ristorazione quello più interessato. Lo studio di Sunshine.co.uk
Meglio non fidarsi delle recensioni negative o dei commenti negativi, specialmente nel settore Travel & Hospitality: secondo un recente studio di Suinshine.co.uk condotto su un campione di 2500 inglesi, molti turisti e viaggiatori mentono o “minacciano” hotel, ristoranti, o altre aziende del settore di pubblicare una review negativa online se non hanno in cambio sconti (47%) o upgrade (38%).
Uno dei tanti atteggiamenti non nuovi per i traveller, già adottati in passato. Secondo il report, il 23% ha esagerato riguardo l’esperienza negativa, il 19% è stato troppo “generoso” riguardo i consigli quando è stato chiesto di non farlo, il 13% ha minacciato di pubblicare una review negativa online, il 10% si è rifiutato di pagare un conto, e l’8% ha mentito riguardo un’occasione speciale (compleanno, matrimonio etc…)
E stando ai dati, questa strategia riesce a portare i suoi frutti: alla domanda se da questi comportamenti avessero ottenuto dei benefici, la risposta è stata affermativa per il 51% degli intervistati.
Settore ristorazione, receptionist e addetti alle pulizie
Secondo lo studio, è il settore ristorazione quello più interessato dalle attenzioni “negative” dei vacanzieri, che sono disposti a mentire per trarre dei benefici: il 65% ha infatti menzionato lo staff addetto alla ristorazione, seguito dai receptionist (21%) e dal personale addetto alle pulizie. Le bugie più comuni? Si passa dal classico “capello nel piatto” (31%), alla pulizia della stanza (22%) ai rumori molesti (14%). C’è anche chi ha mentito riguardo un’intossicazione avuta in vacanza (9%).
Perché i turisti mentono
Le ragioni per cui i turisti e i viaggiatori mentono riguardo il servizio e il trattamento ricevuto da un albergo o da un ristorante, sono di ordine economico: il 47% mente per ottenere sconti o risparmiare, il 38% per ricevere un upgrade.
