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Digital Advertising: quanto costa ai marketer la pubblicazione su piattaforme non verificate

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Secondo uno studio di CMO, le frodi legate al programmatic advertising fanno perdere circa il 20% del budget destinato al digital marketing, oltre ad avere ricadute sulla percezione del brand e sulla customer trust

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Le aziende continuano ad investire in Digital Advertising, in particolare in programmatic advertising, ma spesso non si rivela la scelta giusta. Anzi, come dimostra lo studio di CMO (The Chief Marketing Officer Council) “BRAND PROTECTION FROM DIGITAL CONTENT INFECTION: Safeguarding Brand Reputation Through Diligent Ad Channel Selection” non solo circa il 20% del budget destinato al digital marketing viene perso a causa delle frodi legate al programmatic advertising (Ad Fraud), ma si rischia di avere ricadute sulla reputazione del marchio, sulla percezione del brand e sulla customer trust.
Secondo quanto riportato nello studio, infatti si cela un’ombra dietro il quadro caratterizzato da investimenti crescenti in digital advertising: 1) spesso le pubblicità online non vengono viste da utenti reali, ma da “bot” installati su PC di ignari utenti che generano false “ad impression”. Causando di fatto danni agli inserzionisti; 2) le pubblicità online vengono viste su siti web “negativi” agli occhi dei consumer.

In particolare le preoccupazioni degli advertiser riguardano i siti web su cui trovano spazio i loro annunci: circa il 72% è preoccupato riguardo l’integrità del brand e il controllo sugli spazi dove viene visualizzato l’annuncio, il 50% menziona problemi riguardo dove e come l’advertising viene visto, e circa il 25% dichiara di avere esempi concreti di advertising collocati vicino a contenuti offensivi o compromettenti.
Ne risente anche la brand reputation, dato che quasi la metà (43%) degli intervistati riporta ricadute sulla reputazione del marchio dovute ad episodi di occasionale vicinanza degli ads con contenuti “negativi”, e il 37% dichiara di aver rimosso gli adv da alcuni siti per problemi legati alla prossimità di ads.

L’impatto sulla customer trust. Il 78% dei marketer è cosciente che questo tipo di trend può danneggiare la brand reputation, e lo studio avvalora questa convinzione, confermando l’impatto che può avere la visualizzazione di un adv su un sito web “sbagliato” sulla percezione del brand e sulla customer trust: il 64% dei consumer dichiara di avere un atteggiamento positivo nei confronti degli stessi advertising se pubblicati su piattaforme verificate e riconosciute, il 37% ammette che vedere pubblicità su siti spiacevoli ha cambiato il loro modo di vedere il brand, e il 66% abbandona un marchio dopo una pessima adv experience.

Giornalista pubblicista, Copywriter & Blogger, dal 2010 si occupa di tematiche riguardanti il CRM e il Marketing, prima su CRM Magazine, attualmente su CRM Web News. - Profilo LinkedIn: http://www.linkedin.com/pub/matteo-giaccari/2b/5a3/53a

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