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La Brand authenticity che “pesa” sul CRM e sulla reputation

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Quando un brand può dirsi “autentico” e perché puntare sulla Brand authenticity può portare benefici sulla reputation e sul business. Lo studio di Cohn&Wolfe

Image courtesy of Stuart Miles at Freedigitalphotos.net
Image courtesy of Stuart Miles at Freedigitalphotos.net

Autenticità del brand: la tendenza di ogni azienda decide a rivelarsi ai consumer per quello che è, restando fedele a sé stessa e ai suoi consumer, creando con loro rapporto basato sulla fiducia, sul rispetto e sulla chiarezza. Partendo da questa definizione, non è difficile comprendere il forte legame con l’identità del brand e i valori, e soprattutto gli effetti della Brand authenticity sulla reputation, la loyalty e sul rapporto con i consumer, data l’ormai radicata propensione degli utenti a cercare in rete informazioni e recensioni, a commentare e ad esprimere il proprio parere anche sui social, a paragonare prezzi e servizi, e ad ascoltare quello che la dice rete.

I clienti premiano le aziende “autentiche”, definendo “autentiche” le aziende che si identificano nelle tre R:
Reliable: affidabilità in ciò che viene promesso al cliente e riguardo la qualità;
Respectful: rispetto inteso come capacità delle aziende di coccolare il cliente e proteggere dati e privacy;
Real: essere autentiche vuol dire per i consumer avere a che fare con aziende oneste e integre.

La Cohn&Wolfe ogni anno dedica uno studio all’authenticity su un campione di 12000 consumer in 14 Paesi, in particolare alla correlazione che si può creare tra opportunità di business e possibilità di guadagnare competitività nel mercato, e loyalty, che scaturisce dalla propensione delle aziende a mostrarsi per quello che sono.
Per quanto possa sembrare scontato parlare di autenticità in quadro caratterizzato dalla rete che rende tutto “pubblico” e permette di monitorare eventuali passi falsi, lo studio dimostra che nel mercato esiste una questione “oggettiva” di credibilità delle aziende, una sorta di “Authenticity Deficit”: il 78% dei consumer intervistati in 14 Paesi considera le aziende non completamente oneste e trasparenti, meno di 1 consumer su 4. Una tendenza particolarmente accentuata nei Paesi dell’Europa Occidentale (in Svezia solo il 5% dei consumer considera le aziende oneste, in Italia il 9%), mentre il tasso di fiducia più alto si registra negli USA (23%).

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Le ricadute sul business e sulla brand reputation. I consumer sono attenti a quello che le aziende offrono e come si presentano e comunicano in rete. E la capacità di privilegiare l’authenticity si traduce in benefici sul business e sul brand: il 52% è propenso a consigliare l’azienda ad altre persone, il 49% resta fedele al brand, il 20% investe nell’azienda. In media quasi il 90% dei consumer premia l’azienda per la sua genuinità.

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I brand più virtuosi. Nello studio di Cohn&Wolfe è presente anche una classifica dei brand più “autentici”. I primi tre posti sono occupati da multinazionali come Disney (75%), BMW (72%) e Microsoft (71%), seguiti da Amazon ed Apple. Tra i brand Made in Italy, troviamo Gucci al 60mo posto, e Ferrero all’87mo.

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Giornalista pubblicista, Copywriter & Blogger, dal 2010 si occupa di tematiche riguardanti il CRM e il Marketing, prima su CRM Magazine, attualmente su CRM Web News. - Profilo LinkedIn: http://www.linkedin.com/pub/matteo-giaccari/2b/5a3/53a

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