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Lavoro nell’IT: l’Intelligenza Artificiale creerà nuovi posti di lavoro

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Entro il 2020 i posti di lavoro creati tramite l’Intelligenza Artificiale saranno 2.3 milioni nel mondo, contro i 1.8 milioni di posti persi, e nel 2021 il ricorso all’Intelligenza Artificiale avrà ricadute positive sia in termini di produttività che di valore generato.

Lavoro Intelligenza artificiale
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Entro il 2020 i posti di lavoro creati tramite l’Intelligenza Artificiale saranno 2.3 milioni nel mondo, ribaltando così l’idea che le macchine sostituiranno progressivamente l’uomo in molte attività: i posti che l’AI cancellerà, infatti, saranno 1.8 milioni, circa 500000 in meno rispetto a quanti ne creerà.
A questa conclusione giunge uno studio di Gartner, secondo il quale questa percentuale di crescita di posti di lavoro nelle fasi iniziali non interesserà in maniera uguale tutti i settori: nel 2019 il settore sanitario, il settore pubblico e quello dell’istruzione registreranno una domanda id lavoro crescente, mentre quello del manufacturing  sarà quello più colpito. A partire dal 2020, la creazione di posti di lavoro legati all’IA registrerà un andamento positivo generale, raggiungendo due milioni di nuovi posti di lavoro nel 2025. Un panorama in cui sarà centrale la capacità degli IT leader di comprendere in che modo ogni investimento in Artificial Intelligence impatterà sull’organizzazione a livello di Human Resources, quali nuove posizioni lavorative saranno create e quali invece si perderanno, e come cambierà il modo in cui il personale collaborerà tra loro.

Entro il 2020 i posti di lavoro creati tramite l’Intelligenza Artificiale saranno 2.3 milioni nel mondo, contro i 1.8 milioni di posti di lavoro cancellati…

Secondo Svetlana Sicular, Research vice president in Gartner, “… l’IA migliorerà la produttività di molti lavori, eliminando milioni di posizioni di livello basso o intermedio, e creando milioni di nuove posizioni di alta profilatura e manageriali, oltre che di profilatura bassa e poco qualificata”.

L’impatto sul business in termini di ore di lavoro e di produttività

Nel 2021 il ricorso all’Intelligenza Artificiale avrà ricadute positive sia in termini di produttività che di valore generato: secondo lo studio di Gartner, l’Ai genererà $2.9 trilioni di dollari in valore di business e permetterà di recuperare 6.2 miliardi di ore di produttività dei lavoratori.
Questo trend ha però delle implicazioni a livello di organizzazione interna e workflow: secondo Mike Rollings, Research vice president in Gartner, infatti, “l’intelligenza artificiale può svolgere compiti banali e ripetitivi, lasciando libere le persone di svolgere altre attività, ma la simbiosi persone/intelligenza artificiale sarà più sfumata, e richiederà reinvestimento e reinvenzione invece della semplice automazione delle pratiche esistenti. Piuttosto che avere una macchina che replica i passi compiuti da una persona per raggiungere un determinato obiettivo, l’intero processo decisionale può essere rielaborato per utilizzare i punti di forza e di debolezza relativi sia alla macchina che all’essere umano per massimizzare la generazione di valore, e ridistribuire il processo decisionale per aumentare la velocità”.

AI e settore retail

L’applicazione dell’IA nel settore retail interesserà principalmente i lavori routinari: da una parte, entro il 2022, un lavoratore su cinque che svolge compiti non routinari si affiderà all’IA per svolgere un lavoro. Dall’altra i retailer sfrutteranno nuove tecnologie come AI e la robotica, e l’automazione di processo intelligente per identificare, ottimizzare e automatizzare attività ripetitive e ad alta intensità di lavoro che al momento sono delegate a risorse umane. L’impatto principale di questa rivoluzione sarà a livello di costi e benefici: a fronte di una riduzione dei costi, si registrerà una maggiore efficienza sia nelle sedi centrali, che nei centri di distribuzione e nei negozi.
Il ricorso all’Intelligenza Artificiale non dovrà però interessare qualsiasi ruolo né coinvolgere tutte le figure professionali: è il caso del settore del Customer Service in cui la presenza dei venditori ha un impatto significativo sulla soddisfazione del cliente e sull’experience, data l’alta percentuale di consumer che preferiscono l’interazione con operatori piuttosto che con macchine. Secondo Gartner, gli sforzi messi in atto dai retailer per sostituire venditori con l’Artificial Intelligence si riveleranno infruttuosi, dimostrando come, nonostante la riduzione delle figure coinvolte in operazioni come il check-out e altre attività operative, per i retailer sarà difficile fare a meno dei tradizionali consulenti di vendita.

Giornalista pubblicista, Copywriter & Blogger, dal 2010 si occupa di tematiche riguardanti il CRM e il Marketing, prima su CRM Magazine, attualmente su CRM Web News. - Profilo LinkedIn: http://www.linkedin.com/pub/matteo-giaccari/2b/5a3/53a

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