Dipendiamo talmente tanto dallo smartphone, che ormai non c’è più separazione tra vita privata e vita lavorativa, e lo stesso smartphone è diventato fonte di litigi in famiglia e con il partner.
Secondo una ricerca di qualche anno fa, siamo più preoccupati di perdere lo smartphone che il portafogli . Paradossale? Non tanto, dato che secondo l’infografica di RecoveryData, siamo legati da un rapporto di vera e propria gelosia nei confronti dello smartphone, a tal punto che può diventare oggetto di discussione anche con il partner e in famiglia.
Partiamo da un dato generale: le vendite degli smartphone aumentano senza sosta da anni e le abitudini degli utenti stanno diventando sempre più “mobile-oriented”. Grazie allo smartphone, oggi possiamo non solo comunicare, ma anche lavorare, compiere operazioni bancarie, ascoltare musica, restare connessi con il mondo e molto altro ancora.
In Italia ci sono 27,25 milioni di utenti connessi in rete tramite smarpthone (circa il 46% della popolazione), per un tempo medio di circa 2 ore. Principalmente lo smartphone viene utilizzato per effettuare ricerche, connettersi ai social e inviare email.
Col tempo siamo diventati letteralmente dipendenti dallo smartphone, a tal punto che non ce ne separiamo neanche quando andiamo a letto. Questa dipendenza ha portato non solo ad una sovrapposizione della vita privata con quella lavorativa (dato che ormai siamo raggiungibili 24 ore su 24), ma anche a litigi in famiglia e con il partner. Le motivazioni? Per il troppo tempo passato al telefono, per i messaggi ricevuti di notte, e perché viene sbirciato il profilo social del partner.
La soluzione più immediata sarebbe quella di liberarsi dei dispositivi mobile, ma non è così: il 74% di coloro che ha acquistato uno smartphone nel 2016 si dichiara soddisfatto del dispositivo, e non lo cambierebbe con niente e nessuno.
