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Convertire più clienti con la psicologia

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Capire cosa vogliono i clienti, le loro abitudini e aspettative: dieci punti nell’infografica di HelpScout

psicologia_marketing_kasahasaMarketing e psicologia: se è vero che siamo diversi gli uni dagli altri, è anche vero che certi meccanismi inconsci funzionano univocamente e ugualmente per tutti. Comprenderli e applicarli al business in maniera etica permetterebbe alle aziende di acquisire clienti e fidelizzarli.
L’infografica di HelpScout sintetizza dieci studi compiuti in questa direzione, che accostano marketing e psicologia ed evidenziano alcune best practice che fanno la differenza:

  1. Spingere i clienti all’azione attraverso l’utilizzo di parole e termini che richiamano il “minimo”. Interessante l’esempio che viene fatto: tra “Saresti propenso a dare il tuo aiuto facendo una donazione?” e “Saresti propenso a dare il tuo aiuto facendo una donazione? Ogni penny può essere un aiuto” la maggior parte degli intervistati ha dichiarato che il secondo esempio risultava più efficace.
  2. Far sentire i clienti parte di un gruppo o una categoria superiore – per esempio, lo status di “gold” o “platinum customer” nei programmi fedeltà spinge i consumer a fare più acquisti
  3. Sono tre le tipologie di consumer, comuni a tutti i settori: gli spendaccioni, gli acquirenti medi, e gli avari. Le aziende dovrebbero agire proprio su questi ultimi per assicurarsi un vantaggio competitivo. In che modo? Attraverso la presentazione dei prodotti o servizi con la scelta delle parole giuste – per esempio, dividere il costo annuale in costi mensili, offrire servizi “tutto-incluso” piuttosto che costi dei singoli servizi, o ancora utilizzando termini come “piccolo” o “ basso” che accentuano lo sconto o l’offerta dei prodotto (per esempio, con solo un piccolo contributo)
  4. Ammettere gli errori fatti dall’azienda, ma altrettanto dimostrare di aver messo in atto tutte le azioni per porre rimedio: i clienti hanno un atteggiamento positivo verso le aziende che si assumono la responsabilità dei propri errori piuttosto che quelle che imputano ad altri un loro fallimento
  5. Non comunicare solo l’urgenza o l’importanza di un’azione, ma indicare in che modo i consumer possono intervenire o cosa possono fare al riguardo
  6. Gli acquisti vengono fatti per risolvere un problema o rispondere ad una specifica esigenza: far si che i clienti comprendano che la nostra azienda sta rispondendo ai loro bisogni in maniera rapida, in modo che possano essere gratificati dal loro acquisto – per esempio, con una consegna veloce, la spedizione celere etc..
  7. Comprendere chi sono realmente i nostri clienti, e chi invece gli “outsiders”, e in modo che i prodotti dell’azienda vengano identificati con un target ben preciso – per esempio, Apple che si è distinta dai PC, oppure “prodotti solo per gli atleti” etc…
  8. Comunicare ai clienti i propri valori per far sapere in cosa crede l’azienda e cosa sostiene
  9. Fare l’ “avvocato del diavolo” dei propri prodotti/servizi dando risposte a possibili obiezioni che i potenziali clienti possono muovere nei confronti dell’azienda. Questo aumenterebbe la fiducia nei clienti già interessati al brand
  10. Nonostante la reciprocità sia alla base del rapporto cliente fedele/azienda, sorprendere i clienti con qualcosa di inaspettato può fare la differenza – per esempio, un buono o un regalo dopo un acquisto che non è menzionato nella pagina del sito, una guida gratuita per l’installazione o l’utilizzo del prodotto acquistato

Image courtesy of kasahasa at FreeDigitalPhotos.net

Giornalista pubblicista, Copywriter & Blogger, dal 2010 si occupa di tematiche riguardanti il CRM e il Marketing, prima su CRM Magazine, attualmente su CRM Web News. - Profilo LinkedIn: http://www.linkedin.com/pub/matteo-giaccari/2b/5a3/53a

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