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Mondo dell’ospitalità: aspettative, bisogni ed esigenze dei clienti “social”

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Una ricerca di TradeLab sottolinea come il nuovo “social consumatore” in vacanza valuta positivamente sincerità e concretezza, e ricorrono al web per avere informazioni sui locali.

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Il nuovo “social consumatore” in vacanza valuta positivamente sincerità e concretezza, elementi che maggiormente incidono nella costruzione di una valutazione positiva di un locale, e ricorre al web per avere informazioni sui locali.
Questi i risultati principali di una ricerca commissionata in esclusiva a TradeLab e presentata in occasione dell’evento di celebrazione dei 30 anni di Mixer.
L’analisi è stata condotta su un campione rappresentativo della popolazione italiana composto da circa 2.000 consumatori di età compresa tra i 15 e i 65 anni, intervistati con un questionario inviato via web, un’indagine che ha inteso indagare aspettative, bisogni ed esigenze dei clienti del fuori casa, con particolare attenzione all’elemento social, perché il rapporto con il consumatore si gioca sempre di più nel mondo 2.0.

I risultati sono stati presentati in due tavole rotonde.




Nella prima Aldo Cursano vice presidente vicario di Fipe, partener dell’iniziativa, il direttore del consorzio CDA Lucio Roncoroni, il direttore marketing Sammontana Italia Annalisa Ferri e Manuela Mallia head of Ho.Re.Ca. branding and innovation METRO Italia, che hanno focalizzato l’attenzione sul consumatore, dove è emerso che sincerità e concretezza rappresentano gli elementi che maggiormente incidono nella costruzione di una valutazione positiva di un locale.
Dalla ricerca si evince infatti che il consumatore premia la capacità dei locali di essere coerenti con quello che propongono e comunicano (un valore di 8 su scala 1-10).
L’indagine ha evidenziato anche altri quattro trend: apprezzamento verso l’artigianalità dell’offerta, attenzione al benessere e alla sostenibilità, basti pensare che il 75% dei consumatori fuori casa dichiara di prestare attenzione al tema dell’alimentazione sana ed equilibrata.
Altro aspetto importante la personalizzazione dei prodotti, dove il livello di soddisfazione è mediamente sufficiente (compreso tra 5,1 e 6,5 su scala 1-10), si scopre però un valore più alto attributo dal consumatore (da 7 a 7,5 su scala 1-10) verso la possibilità di poter applicare sconti su un prodotto a scelta oppure l’opportunità di chiedere un piatto personalizzato.
Ultimo elemento di valore per il consumatore è la cucina etnica ed internazionale (6,5 su scala 1-10), anche se l’attaccamento alle tradizioni italiche è ancora molto alto. Sfida per il gestore è infatti capire come sfruttare l’opportunità rispetto al suo target.

Nella seconda tavola, che ha visto protagonisti, Luciano Sbraga, direttore centro studi FIPE, il country manager di TheFork Italia Almir Ambeskovic, il founding partner di Treebar Luca Spataro e lo chef stellato ristorante L’Imbuto di Lucca Cristiano Tomei, l’attenzione si è focalizzata sull’impatto dei social sul canale del fuori casa.
Al web si ricorre principalmente per avere informazioni sui locali, lo fa il 61,5% degli intervistati, dove tra le notizie ricercate in primis sono il livello dei prezzi (69% del campione) seguito dai commenti di altri consumatori (60,3%) e dal tipo di cucina e di offerta (59,9%). Le fonti più utilizzate, in questo caso, sono il sito istituzionale (62,5%), a seguire Tripadvisor (62,3%) che distanzia di molto Facebook, fermo al 33,3% delle preferenze.
Inoltre 1 intervistato su 4 pubblica immagini o video della sua esperienza nel locale, una pratica diffusa tra i Millennials (35,2%) e quasi ignorata dai Baby boomers (8,9%), in questo caso Facebook rappresenta la piattaforma più utilizzata con il 74,2%, seguita da Tripadvisor 35,5% e Instagram 17,5%; in 7 casi su 10 però il consumatore non cita il locale, ma documenta solo la sua esperienza.
I clienti sono comunque più propensi a pubblicare commenti positivi, lo dichiara il 61% del campione, solo in 2 casi su 10 gli intervistati dichiarano di scrivere recensioni negative. Anche in questo caso i Millennials osano di più e confermano la tendenza a rilasciare valutazioni critiche più frequentemente rispetto alle fasce d’età più adulte.
Dalla ricerca emerge inoltre, partendo da alcuni spunti offerti da HOST, il salone dell’ospitalità internazionale, partner dell’iniziativa, che la valutazione di un locale dipende anche molto da fattori umani quali l’accoglienza, il sorriso e la gentilezza del personale (45,3% degli intervistati), soprattutto da parte dei Baby boomers (53,9%). Tutti elementi che suggeriscono ai gestori l’importanza di investire sul personale del locale. A seguire la mise en place (13,4%) e lo stile dell’arredamento (9,3%). Tutti fattori che poi determinano i commenti sui social, dove si colloca sempre al primo posto l’accoglienza (8 su scala 1-10).

In generale l’abitudine ad acquistare cibi e bevande in rete è ancora poco diffusa, anche se il trend potrebbe crescere nei prossimi anni, complice la tendenza dei più giovani ad ordinare piatti pronti su internet. Questi gli spunti forniti da TUTTOFOOD, la fiera internazionale b2b dedicata al food & beverage, partner dell’iniziativa. 7 milioni di italiani pari al 17% degli intervistati dichiarano di aver acquistato nell’ultimo anno alimenti e bevande online. Acquista sul web il 18,7% degli intervistati di età compresa tra i 15 e i 51 anni. I siti di e-commerce come Amazon catalizzano la maggior parte delle spese online per cibo e bevande (sono indicati dal 43,9% del campione), seguiti dai siti di e-commerce delle insegne della distribuzione e dai siti specializzati come ad es. Cortilia (18,2% delle preferenze). La sfida per la ristorazione è dunque aperta anche sul web.

Giornalista pubblicista, Copywriter & Blogger, dal 2010 si occupa di tematiche riguardanti il CRM e il Marketing, prima su CRM Magazine, attualmente su CRM Web News. - Profilo LinkedIn: http://www.linkedin.com/pub/matteo-giaccari/2b/5a3/53a

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